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GABRIELLA DI VENANZIO

Frammenti d'Arte e di Storia

di Annamaria Cirillo
Pescara, 1999

L’arte della ceramica, arte nata con l’uomo, fatta di argilla, acqua e fuoco continua ad esprimere nella contemporaneità il fascino di un passato, del quale ha illuminato le origini in un millenario viaggio dalla terracotta alla maiolica, aprendo le porte della conoscenza nella collocazione artistica e cronologica dei reperti e diventando essa stessa storia nella storia. Cercare allora nel libro di Palissy del 1580 l’orgine “dell’arte e della terra, della sua utilità, degli smalti e del fuoco”? L’intreccio puntuale delle tante domande e risposte non lo troveremo dissimile dall’appassionata narrazione di una convergenza tra scienza, chimica ed arte fatta da una ceramista d’oggi. Specie una ceramista d’Abruzzo, regione di referti illustri come i celebri nomi della famiglia Grue, protagonisti della maiolica settecentesca castellana. Gabriella Di Venanzio, captata dal fascinoso ed intimo rapporto tra arte, materia terrigna e manualità, non ha esitato nell’abbandono di un tranquillo racconto di pittrice figurativa per un’ardua storia personale nell’arte della ceramica.
Acquisite tecniche specifiche con la frequentazione di vari corsi di qualità, come quello di Raku, presso i maestri d'arte di Faenza, l'artista inzia nel '95, con personali a tema, la presentazione di opere che riferiscono immagine e stile alle sicure atmosfere d'ambientazione della migliore ceramica d'Abruzzo; mattoni antichi, formelle, tegole, piastrelle in policromie traslucide di colori sottolineano con semplicità i piani prospettici delle colline abruzzesi, fissando nell'elementarità di una sintesi di immagine rurale i forti temi della pastorizia, della transumanza e del lavoro contadino.
Nell'atmosfera marina dei suoi trabocchi vive la preziosità di una ricerca legata al territorio delle nostre coste, spingendosi l'artista fino a San Vito ed a Vasto Marina a rubare le ultime immagini di tenerezza delle nostre piagge; fragili e forti, questi ultimi "nidi di mare" delle nostre rive sono memoria e testimonianza della atavica lotta di forza tra l'uomo, "marinaro d'Abruzzo", e il mare. Un lavoro decisamente interessante questa ricerca di Gabriella Di Venanzio che lega natura e memoria ad un racconto artistico di valida levità per disegno e colore, semplice e delicato nelle tonalità, dove i tocchi di rosa e d'azzurro segnano i limiti impalpabili della fantasia della suggestione, quasi a trarci per mano, dall'immaginario alla realtà possibile, inducendoci a camminare su quelle rive, a riconoscere il bello ed il buono della natura e della vita, mentre piccole paranze paioni voleggiarci davanti come versi di D'Annunzio nella nostra memoria. Interessanti le sue piccole sculture in terracotta (La Fiaba) come pure i suoi piatti e i divertenti fischietti da collezione, esemplari di un'antica tradizione popolare, rari da reperire, riuscendosene a trovare una ricca varietà solo a Loreto Aprutino.
Ma la produzione identificativa di questa artista versatile è soprattutto nella colta espressività architettonica delle "sue" cattedrali riferite al periodo gotico francese e delle chiese del romanico abruzzese. Facciate, interni e vetrate in formelle di grès smaltate e riflesse con craquelè e formelle in refrattario.Veri pezzi unici, realizzati con grande maestria nell'uso dei colori e nei tempi di cottura, finalizzata a realizzare una frammentazione di vetri con effetti di mosaico policromo. Nella riproduzione architettonica frontale delle sue cattedrali e nel loro accenno prospettico vive l'espressività più materica della ceramica e l'istintiva ricerca di equilibrio estetico privo di particolarismi tematici. Una felice, salda relazione tra questa sintesi e l'intelligente, costante comunicativa del legame storico spirituale dell'impianto così ben "costruito" rendendo tali opere come messaggi di una intellettuale e personale risposta alle problematiche della vita, ci danno il piacere di una contemplazione contenuta, la suggerita partecipazione all'intima solennità ieratica della sacralità, la risposta a memorie e dubbi sottaciuti e tuttavia affioranti. Momenti creativi, nei quali la consueta consapevolezza operativa dell'artista viene felicemente sfiorata dalla verginità di un nuovo, felice pensiero d'arte.

Gabriella Di Venanzio Salvioni

P.za S. D'Acquisto, 6 65126 Pescara

Info: mariosalvioni@yahoo.it